di GIUSEPPE TRUINI
EDIZIONI ENSEMBLE
Cinque ragazzi si trovano in una
macchina al centro di piazza del Quirinale: sono pieni di esplosivo e
minacciano di far saltare in aria ogni cosa nell’arco di cento metri.
Uno di loro, Lino, racconta la propria storia, che si incrocia con
quella degli altri quattro. A 29 anni il protagonista è uno studente
fuori sede e fuori corso. Il padre, imprenditore, lo obbliga a lasciare
Roma e ad andare a Torino per risollevare le sorti dell’azienda di
famiglia. Dopo un litigio lascia la sua ragazza, Michela, e prima di
partire passa a salutare il fratello, spacciatore con laurea in
economia, e la madre, donna tranquilla e rasserenante. Ad accoglierlo a
Torino c’è Alberto, suo coetaneo e dipendente del padre. Da lui Lino
apprende i rudimenti di un lavoro del quale si è sempre disinteressato.
Tra i due nasce un’amicizia che porta il protagonista a conoscere anche i
coinquilini di Alberto: Vincenzo, un chimico siciliano precario che
lavora in un laboratorio che produce esplosivi, la bellissima Lidia che
usa il proprio corpo come un lasciapassare per cercare di ottenere un
lavoro altrimenti a lei precluso, e Andrea, superficiale studente fuori
corso che per mantenersi fa il dj e il prostituto occasionale. I cinque
fanno amicizia e ad emergere ben presto è il senso di insoddisfazione
per le proprie vite che, nonostante le capacità e l’abnegazione, non
riescono a decollare. Nessuno di loro si sente bene nella propria
condizione ma nello stesso tempo nessuno riesce a trovare
un’alternativa. Se non ci sono porte, l’unico modo per uscire da una
stanza è sfondare un muro.
Lino non riesce ad ottenere i
finanziamenti per far ripartire l’azienda di famiglia a causa
dell’ottusità del titolare della banca e, la stessa sera, va insieme ai
suoi amici in un locale. Lidia incontra un uomo, figlio di un senatore,
che dovrebbe finalmente farle ottenere un lavoro. All’apparenza,
sembrerebbe una delle solite storie di Lidia, perché i due si appartano
nel parcheggio del locale. La ragazza però scopre che l’uomo non ha
alcuna intenzione di assumerla, anzi, nell’ambiente lei è considerata
come bellissima, disponibile e di lei si è convinti che facilmente si
concede per ottenere favori. Lidia capisce che la sua tattica è
completamente fallita e perciò, arrabbiata, si nega all’uomo che prova a
violentarla. I suoi amici, tra cui Lino, accorrono alle sue grida,
intervengono e, dopo averla liberata, la portano in polizia per
denunciare l’accaduto. In caserma, quando sentono che si tratta del
figlio del senatore, cercano di mettere tutto a tacere.
Giuseppe Truini, classe
1979, è nato in provincia di Frosinone, dove attualmente vive. Di
mestiere – ma in maniera precaria – fa l’insegnante. Ha vissuto a Roma e
Siena, poi è partito per il Piemonte, senza valigia di cartone ma con
una macchina zeppa di coperte e libri. Se domani si vive o si muore è il
suo primo romanzo.
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