di FABIO IZZO
EDIZIONI IL FOGLIO
(recensione a cura di Vittorio Midolo)
"Molti pensano che chi abbia a che fare coi libri e col loro
mondo debba per forza essere una brava persona. Persona di cuore dicono alcuni.
Non so davvero da dove sia potuta usciere un'idea come questa" (pag.
15).
"Poeta,
Africano, Nero" tre parole che definiscono il protagonista di "Doppio
umano" di Fabio Izzo. Un Camerunese, dal nome ignoto, perseguitato politico,
che si rifugia in Polonia, ripercorrendo la strada già tracciata dal noto poeta
turco Nazim Hikmet, il quale aveva lasciato la Turchia rifugiandosi in Polonia
dopo aver denunciato il genocidio armeno.
A
Varsavia il nostro protagonista non conduce di certo una vita agiata, si
arrangia come può per "sbarcare il lunario", incontrandosi e
scontrandosi contro una palpabile indifferenza che lo avvolge, una patologica
fobia per ciò che è "nero": "Mi
aggiravo così per le vie di questa città dove pochi erano disposti a dare una
possibilità a uno come me. Il paese, la nazione che mi aveva dato una
possibilità per vie legali, ora si stava riprendendo tutto attraverso strade
decisamente più pratiche e noiosamente quotidiane. Quando dico uno come me,
intendo dire di colore. Colore nero [...] Sembra sempre che quella parola (nero) mi porti in giro, a spasso, al guinzaglio.
Quella parola per la mia gente resta una catena" (pagg. 47-48).
Questa,
tuttavia, è solo una parte della storia, una storia di vita come tante, storie
di miseria ed emarginazione, di chi è costretto a lasciare tutto per andare incontro
ad un futuro carico di speranza, ma che porta nel profondo la nostalgia per ciò
che si è lasciato, la malinconia per gli affetti perduti.
C'è "un doppio" nella vita del
nostro protagonista, l'eterno dilemma tra ciò che si è o si crede di essere e
ciò che si compie. Il poeta camerunese,
infatti, fa sesso con sedici ragazze, senza l'uso del preservativo,
contagiandole volontariamente del virus HIV di cui era affetto. Verrà
condannato dalla giustizia e concluderà la sua vita sotto sorveglianza, rifiutando
le cure terapeutiche: "Mentre sono
seduto qui in questo letto di ospedale, da solo, sono costretto a chiedermi
molte cose. Non sarò ricordato se non per alcune mie scelte passate che
diventeranno ombre nel futuro, e sempre loro me l'hanno tolto per altre scelte
meno passate. Una su tutte. Quella di voler fare l'amore con delle donne
bianche senza usare il preservativo" (pag. 135).
Giochi di
ombre e di luci, di "neri al chiaro
di luna", nel "Doppio
umano" di Fabio Izzo, un'opera sapientemente intessuta, dove la poesia e
la narrazione formano una trama armoniosa, nelle cui pieghe scorre il dramma di
una vita "doppia": bianco e nero, bene e male, si fondono in un sublime
amplesso, che ne distrugge i confini e ne altera gli equilibri. E' allora che
l'uomo si dissolve, si smarrisce, nel caos della propria esistenza.Per acquistare il libro clicca QUI
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