"IL DECAMERONCINO"
di LUIGI CAPUANA
ALBUS EDIZIONI
L’autore si pone nella narrazione come ascoltatore e artefice
dell’invenzione narrativa, facendo scorgere in più punti la sua vena
ironica e sarcastica nei confronti di una cultura scientifica che va
mutando i suoi connotati, sul finire di un secolo che aveva visto
fiorire i due grandi cuori artistici italiani, quello romantico e quello
verista.
Va mutando i suoi connotati quella cultura verista, di cui
pure il Capuana si era reso promotore dopo l’esordiente ispirazione
romantica, cultura verista che aveva visto proprio nel suo romanzo,
Giacinta, la prima opera narrativa, quasi un manifesto di una traccia
culturale che partiva dal naturalismo francese.
(Dalla prefazione di Gina Sfera)
Luigi Capuana (nato a Mineo, Catania, nel 1839 – morto a Catania nel 1915).
Nel
1860 rinunciò agli studi di giurisprudenza per andare a combattere al
fianco di Giuseppe Garibaldi. Dopo aver lavorato come critico teatrale a
Firenze, tornò per alcuni anni in Sicilia. Nel 1875 si trasferì a
Milano,
dove fu collaboratore del "Corriere della Sera" come critico letterario
e teatrale. A partire dal 1880 visse tra Roma e Catania, dove tornò
definitivamente nel 1902.
Capuana è considerato un precursore del verismo, di cui fu il massimo teorico.
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