di BEDA
EDITRICE GDS
(recensione a cura di Matteo Pugliares)
Quando la poesia attinge a piene mani dall’interiorità di
chi scrive, il rischio che si corre è che la poesia stessa possa risultare di
un sapore intimistico. È solo addentrandosi tra i versi che si scopre quanto
sentimenti, emozioni e pensieri personali possano diventare universalmente
capaci di “parlare” a tutti.
La silloge poetica di Beda, attinge senza dubbio ad una condizione personale che appare pregna di un malcelato pessimismo e, forse, è proprio questa la sua forza, la sua essenza. E, allo stesso modo, è poesia che coglie il decadimento che c’è al di fuori dello stesso poeta, il decadimento di una società che sembra aver smarrito i valori. “Domani ci troveremo tutti in labirinti, senza uscita […] Uomini dall’andare sgangherato…”
Va da sé che il connubio uomo-società non può mai essere disgiunto, ma quando leggi un’opera poetica, e nel caso di Beda la sensazione è forte, ti appaiono come due realtà che quasi si confondono, in una sorta di miscuglio tra anima e corpo.
Beda non sembra, comunque, un uomo sconfitto, nonostante l’amara dolenza e la sofferenza. C’è un alito di speranza, ed è la stessa voglia di scrivere poesie, la voglia di continuare a cercare e di osservare le cose… poiché la sconfitta appartiene a chi rimane indifferente a se stesso e al mondo, non certo ai poeti e, Beda, permettetemi la presunzione, lo è.
La silloge poetica di Beda, attinge senza dubbio ad una condizione personale che appare pregna di un malcelato pessimismo e, forse, è proprio questa la sua forza, la sua essenza. E, allo stesso modo, è poesia che coglie il decadimento che c’è al di fuori dello stesso poeta, il decadimento di una società che sembra aver smarrito i valori. “Domani ci troveremo tutti in labirinti, senza uscita […] Uomini dall’andare sgangherato…”
Va da sé che il connubio uomo-società non può mai essere disgiunto, ma quando leggi un’opera poetica, e nel caso di Beda la sensazione è forte, ti appaiono come due realtà che quasi si confondono, in una sorta di miscuglio tra anima e corpo.
Beda non sembra, comunque, un uomo sconfitto, nonostante l’amara dolenza e la sofferenza. C’è un alito di speranza, ed è la stessa voglia di scrivere poesie, la voglia di continuare a cercare e di osservare le cose… poiché la sconfitta appartiene a chi rimane indifferente a se stesso e al mondo, non certo ai poeti e, Beda, permettetemi la presunzione, lo è.
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