"DOMATI"
di CLAUDIO TROBIANI
EDIZIONI LEUCOTEA
(recensione a cura di Costantino Rabiolo)
Ambientato
a Roma, come omaggio alla città natale dell’esordiente Claudio Trobiani, questo
romanzo è la visione distopica della penisola italica, in un futuro molto
prossimo. Una terra dove i giovani si disinteressano della politica,
ritenendola così lontana dal potere intervenire su ciò che davvero conta: la
famiglia, gli affetti, gli amici, l’arte. Una società basata su un
individualismo spietato, dove oramai si è abituati a organizzare la propria
vita “come se non fosse altro che uno spettacolo per le persone che la
circondano”. Dove può accadere di tutto, anche ciò che possiamo considerare a
tutti gli effetti impossibile come trovarsi una mattina davanti ad un muro che
taglia a metà la tua città, lontano dai tuoi cari, dalla tua ragazza, dalla tua
vita. I due protagonisti di questo romanzo sono due amici che si ritrovano a
dover affrontare in modi molto differenti tra loro questo muro che li ha
sorpresi e sconvolti. Entrambi rifiutano di essere domati , e cercano di reagire
contro l’autorità che vuole imporsi con la forza e la violenza (come da buona
tradizione dittatoriale) per piegare coloro che si rifiutano di collaborare.
Pietro rimasto da solo, lontano da tutti, dovrà imparare a gestire le sue ansie
e trovare la forza per andare avanti e affrontare la situazione. Ezio invece
scoprirà un mondo brutale dove solo il più forte sopravvive, e solamente
riuscendo ad essere lucido e spietato troverà il modo di reagire. Nel
descrivere questa futura società rivedo diversi tratti dei classici della
narrativa distopica, la descrizione di quelle società anti utopiche di cui
George Orwell fu uno dei massimi fautori con i suoi capolavori. Anche se sta
volta il soggetto della critica non è tanto il regime totalitaristico in sè, che
qui è solo una conseguenza o come dice il professore: “una mosca che sfrutta
una carcassa per deporci le uova”. Il vero bersaglio del romanzo è la società
consumistica che svende valori e libertà, che ti impone alla rassegnazione, che
non accetta chi critica le scelte imposte, ma richiede solo univoco consenso. A
mio parere il romanzo sfrutta molto bene l’attuale timore di una possibile
deriva estremista e reazionaria, che va pian piano aumentando anche nel nostro
paese a causa di una crisi economica, sociale e morale che non ha eguali dal
secondo dopo guerra. Estremizza le conseguenze delle scelte compiute dai due
ragazzi facendo della cruda violenza il collante con altre parti del racconto
un po’ dispersive, che poco aggiungono al romanzo in se. Nel complesso comunque
una buona opera prima, con l’augurio di trovare sempre il modo di esser più
indomabili che domati.
Claudio
Trobiani è nato a Roma nel 1991 e lì è sempre vissuto. Studente di Medicina e
appassionato di libri e di viaggi, decide di iniziare a scrivere il suo primo
romanzo all'età di diciannove anni.
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