DI RAIMONDO RAIMONDI
EDIZIONI IL FOGLIO
(recensione a cura di Lucia Guglielmini)
“L’undicesima”, così quante sono le
storie che Raimondo Raimondi incastona in questa breve raccolta di racconti
dalla venatura noir, è anche il
titolo dell’ultima vicenda che l’autore sceglie di illustrare, sullo sfondo che
è quasi sempre quello di una Sicilia a tratti dal sapore antico, perduto, in
uno snodo di vicende dall’improvviso epilogo amaro, per cui lo smarrimento suscitato
impone una riflessione quantomeno necessaria tra un finale e un nuovo inizio di
storia che ogni volta è anticipato da citazioni letterarie di noti autori.
È
quello che succede quando in “Pietre rosse” il contadino viene pian piano
emarginato dalla sua comunità di origine per il suo modo “altro” di osservare
la realtà e nella solitudine dei suoi passi, si scontra con la cattiveria
gratuita di certi umani che lo privano della vita. O il racconto di un odio
inspiegabile all’origine della lotta interrazziale, nei dettagli dell’esplosione
del pacco bomba in una sinagoga colma di gente, in “Sabato di penitenza”. In
altri racconti è poi il titolo ad anticipare l’ansia del finale come ne
“L’allievo di Satana” o in “Killer night”. In tutti l’autore dispensa
un’architettura di elementi da cui ricavare un quadro chiaro della psicologia
dei protagonisti, in un linguaggio sempre nitido e forbito che si limita a
descrivere individui borderline dall’impellente bisogno di manifestare il male
dentro di essi annidato, e come quest’ultimo trovi espressione in una moltitudine
di casi, come a causa della sofferenza dovuta ad una menomazione, nel caso de “La
bambola olandese”; o ancora più di frequente per noia, come spesso riportano i
fatti più recenti di cronaca e “Zapping” ne è un esempio. Raimondi non manca
poi di cimentarsi anche in storie più simili agli esordi di un romanzo, mai
dimentico di quello stile asciutto che lo descrive già nei racconti più brevi.
Così avviene che in “Amhid l’etiope” e in “Palak il nano”, quelle pagine così
immediate e ricche di dettagli psicologici e paesaggistici, quasi non bastino a
riscattare la curiosità del lettore che inevitabilmente si affeziona ai
protagonisti da rimanere quasi deluso per quei finali aperti. Per approdare
infine a “L’undicesima”, il breve racconto ancora una volta di vite al margine,
questa volta della strada, vittime di un metodico piano femminicida attuato da un
anonimo impiegato, la cui brutalità descritta senza fronzoli, non lascia spazio
ad alcuna forma di pietismo.Per acquistare il libro clicca QUI
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