di MERETE PRYDS HELLE
SCRITTURAPURA CASA EDITRICE
(recensione a cura di Marco Ciaffaglione)
Edith
è una giovane archeologa danese impegnata negli scavi di un villaggio del
neolitico in Giordania.
Mentre
Edith scava, prova ad immaginare come sarebbe la vita nel villaggio per una
donna dell’età della pietra e inventa Edith il suo doppio, altro personaggio
principale della storia.
Edith
(l’archeologa) punta da uno scorpione è costretta a rimanere in ospedale per
diverso tempo; è li che in uno stato di semi delirio inizia a scrivere la propria
tesi in capitoli che rappresentano il “corpus” dell’intero romanzo.
La
studentessa però divaga e oltre a scavare il terreno alla ricerca di resti che
possano indicarci da dove veniamo, scava all’interno di se stessa, facendo affiorare
pesanti traumi e flebili amori.
È
opinione universalmente riconosciuta che lo studio del passato è funzionale a
comprendere il presente e che, conoscendo la storia dell’attività umana,
impariamo a conoscere noi stessi.
Merete
Pryde Helle, poliedrica scrittrice danese, ci consegna un romanzo fortemente
simbolico; ci guida attraverso primordiali baccanali e importanti scoperte, accorciando
le distanze tra noi e i nostri progenitori.
Gli uomini primitivi siamo noi stessi vissuti solo
“qualche tempo fa” in un mondo diverso, meno popolato e sicuramente più libero.Merete Pryds Helle e' nata nel 1965, ha studiato alla Scuola di Copenhagen, dove insegna. Autrice poliedrica, ha firmato romanzi per adulti e libri per bambini, saggi e poesie e radiodrammi.
E' oggi considerata una delle voci piu' rappresentative della narrativa danese: una voce fuori dal coro per la sua originalita', che rifiuta ogni etichetta e sa rinnovarsi continuamente.
Per acquistare il libro clicca QUI
Nessun commento:
Posta un commento