lunedì 8 luglio 2013

"La comunità dei sogni" di Daniele Vazquez (Libri recensiti 2013/3)

"LA COMUNITA' DEI SOGNI"
di DANIELE VAZQUEZ
GILGAMESH EDIZIONI
(recensione a cura di Federica Orsida)



Una festa diversa dalle altre. Una realtà sconcertante che lascia tramortiti. Perfetti estranei che asseriscono di conoscerti già. Persone che di giorno s’incontrano e non si riconoscono e di notte sono alleati. Luoghi visitati e non riconoscibili e lo stridio di un’aquila che incombe come in un lamento senza fine.
Sette segrete in cui uomini e donne indossano maschere di animali e si fondono con esse.
Prede e predatori si confondono e si fondono in una realtà confusa e annebbiata.
Le uniche scelte possibili sono: “Scappare o restare?”
Un bivio che pare senza uscita.
In un futuro governato dalla tecnologia, dove ormai si comunica solo attraverso dispositivi simili a cellulari, l’unica realtà libera resta il sogno.
Ma se esistesse un marchingegno capace di pilotare i sogni e governare le persone inconsciamente?
E a essere consapevoli che tutto è pilotato fossero solo poche persone che fanno parte dell’Etororete?
“La Comunità dei Sogni” di Daniele Vazquez apre la porta a parecchi interrogativi che lasciano senza apparente risposta.

È meglio vivere con la consapevolezza della realtà che ci circonda o vivere nella non conoscenza e illudersi di una parvenza di normalità?

Questo è una delle domande che vi porrete voi stessi leggendo questo intrigante libro.
Una trama ben congeniata dove non mancano continui colpi di scena e rovesciamenti di prospettiva, ma ci sprofonda in una società del futuro plausibile fin nei minimi dettagli. Attendibile perché ricca di “eccentricità”, questo romanzo sembra suggerirci che il reale sarà strano e che lo strano sarà razionale.
Niente è mai come appare e tutto può essere ribaltato.
Un libro pieno dove non manca nulla o dove sembra non esserci niente.
Vi confonderà lasciandovi senza fiato e vi farà scervellare…
Una trama fitta e complessa che rende bene una realtà futuristica dove tutto è, e nulla appare.
Un libro che vi porterà ancora più domande di quante già non ve ne facciate…
Ma siamo realmente liberi? O ci culliamo in una libertà illusoria sapientemente pilotata?
Leggetelo e  traete le vostre conclusioni…..
Io l’ho fatto… E voi? Cosa aspettate?

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sabato 6 luglio 2013

Intervista a Dario Bellini - Gilgamesh Edizioni (Interviste 2013/1)

INTERVISTA A DARIO BELLINI
GILGAMESH EDIZIONI



(intervista a cura di Matteo Pugliares)

Oggi siamo in compagnia di Dario Bellini, titolare di Gilgamesh Edizioni.
Quando è nata la vostra casa editrice e con quali obiettivi?

La Gilgamesh Edizioni è nata due anni e mezzo fa con l’intento di proporsi come Casa Editrice assolutamente indipendente e controcorrente, animata da un sentimento di assoluto disinteresse per le mode letterarie del momento. Questo non significa che precludiamo l’opportunità di pubblicare anche opere che siano in linea con il gusto del “giorno”. No, è solo che noi editiamo quello che ci piace, non siamo legati a un genere particolare. Abbiamo appena pubblicato un romanzo epistolare ambientato in pieno Romanticismo tedesco. Follia? Forse, ma a noi piace così. Questa è la Gilgamesh. 

Come è composta la vostra redazione? Accettate curricula?

A dire il vero, dato il momento di grande crisi economica, noi non abbiamo dipendenti assunti direttamente. La nostra è piuttosto una flessibilissima struttura costituita da sei collaboratori (per lo più donne, che sono di gran lunga più valenti…) che svolgono funzioni di editing, valutazione manoscritti, ufficio stampa, etc. Anche se dal punto di vista del lavoro di ufficio stampa siamo ancora un po’ deboli, devo ammetterlo. Quindi accettiamo sì curricula: servirebbero lettori e un buon ufficio stampa.

Qual è stata la vostra prima collana? E il primo autore?

Le collane uscite per prime sono state quelle di saggistica, di narrativa e di poesia, tutte contemporaneamente.

Se doveste descrivere in poche parole il vostro lavoro editoriale, quali parole usereste?

Cura, attenzione, forte selezione, passione, collaborazione, cura dei rapporti interpersonali.

A distanza di due anni dalla fondazione della vostra casa editrice, quali obiettivi ritenete di avere raggiunto e a quali puntate?

Credo ci si possa ritenere soddisfatti: i trenta titoli e più lo dimostrano. Ora puntiamo a farci conoscere piano piano agli addetti ai lavori. Speriamo che il tempo ci dia ragione. Non abbiamo fretta di arrivare. E poi, arrivare a che? La soddisfazione più grande è sentirsi dire dall’autore che è contento di aver pubblicato con noi, e nel ricevere apprezzamenti dai lettori.

Un libro che vi è rimasto nel cuore e che continuerete a riproporre al vostro pubblico.

Qui parlo a titolo del tutto personale. A me rimane nel cuore il romanzo LA COMUNITÀ DEI SOGNI di Daniele Vazquez, opera scoperta da iQuindici, la repubblica democratica dei lettori, con cui collaboriamo. Ma potrei dare altri titoli. Di massima, ciascun titolo pubblicato è frutto di una scelta personale e quindi, proprio a fronte di quanto dicevo prima, e di un coinvolgimento sentimentale. 

Come vi ponete nei confronti delle nuove tecnologie?

Direi che è indispensabile praticarle e conoscerle. Da qualche mese abbiamo cominciato a realizzare ebook delle opere che pubblichiamo. Ritengo abbiamo un futuro.

Cosa pensate delle mostre-mercato e delle fiere del libro?

Adoro il rapporto diretto con i lettori. Mi piace guardarli in faccia, conoscerli, stringergli la mano. Assolutamente impagabile. 

Come vi ponete nei confronti dell’editoria a pagamento e del print-on-demand?

Noi pubblichiamo praticamente senza contributo. Però non impediamo all’autore di acquistare, se crede, qualche copia del proprio libro con il dovuto sconto. Parlando francamente è davvero difficile oggi stare in piedi puntando tutto sulle vendite dirette. Il segreto sta nelle tirature e nell’utilizzo della stampa digitale, unitamente all’impegno dell’autore a presentare il più possibile la propria opera. E poi tanta parte devono avere i Social Network e il lavoro di ufficio stampa. Contatti con i Media, entrature televisive se possibile… insomma, se non hai visibilità sei fritto!

Ritenete che il passaparola informativo, tramite blog o siti d’opinione, possa influenzare il mercato librario?

Perché no… Direi di sì.

E la critica tradizionale? 

La critica tradizionale è per lo più prezzolata, si sa. Mi è capitato di rado di imbattermi in persone che facciano critica senza chiedere compensi. Voi siete tra quelli che lavorano gratis! E la cosa vi fa onore. Lo voglio dire perché non è così diffuso. Se si vuole che un editore pubblichi e continui a pubblicare senza chiedere soldi, bisogna che venga sostenuto anche così. Quindi complimenti a voi. Potrei farvi anche altri nomi, sia chiaro. Ad esempio ci aiutano molto gli amici della redazione culturale della Gazzetta di Mantova, del Giornale di Brescia. Di molti giornali online. 

Pubblico: quali caratteristiche deve avere il vostro lettore ideale?

Attento, attratto da contenuti di spessore e desideroso di scoprire nuovi scrittori valenti.

Un aspirante scrittore può proporvi i propri manoscritti? Come deve fare?

Certo che può. Basta spedire tre file Word all’indirizzo gilgameshedizioni@gmail.com . Il primo file deve contenere una breve bio-bibliografia, il secondo una sinossi dell’opera e il terzo l’opera vera e propria. Una raccomandazione! Non inviare testi non definitivi o con refusi. Se uno scrittore è tale, per come la vedo io, non deve compiere errori grammaticali, morfosintattici e di coniugazione verbale. Meglio leggere una volta di più l’opera prima di mandarla in giro.

Avete un sassolino nella scarpa o un piccolo aneddoto da raccontarci circa la vostra casa editrice?

Ma no, niente sassolini per il momento.

Qual è il vostro ultimo libro in uscita? Lo consigliereste perché…

Un bellissimo romanzo di un’autrice romana. Si intitolerà LA CAMERA CELESTE. Davvero molto, molto ben scritto…

Se doveste evidenziare una necessità assoluta del mercato editoriale italiano?

L’editoria italiana mi pare si comporti bene. Mancano i lettori…

Infine, un vostro augurio al nostro blog I Libri di Morfeo…

Auguro al vostro blog lunghissima vita! Ve lo meritate. Siate indipendenti e non fatevi influenzare da nessuno. Come dico sempre a mio figlio, “ragiona con la tua testa e non te ne pentirai…”. Un caro saluto. Dario Bellini

Visita il sito di Gilgamesh Edizioni cliccando QUI 

giovedì 4 luglio 2013

"Il freddo rumore - Storia di strada..." di Nicola Rampin (Libri recensiti 2013/2)

IL FREDDO RUMORE - STORIA DI STRADA...
di NICOLA RAMPIN
EDIZIONI EVENTUALMENTE


(recensione a cura di Marco Ciaffaglione)

L’incapacità di gestire la propria vita, trascina la protagonista nel tunnel della droga.

 Il libro, ambientato a Padova, prima in stazione, poi in ospedale, è un diario convulso sul quale Laura “vomita” tutto quello che la droga produce nel suo interno.

“Fra gesti maldestri cerco un ritmo che risvegli i sensi e m’insegni ad aprire ali che, ancora schiuse, tentano frenetiche di danzare nell’immensità delle emozioni.”

Gesti maldestri, nonsenso, immensità delle emozioni. C’è tutto questo nel libro di Rampin, c’è tutto questo nel mondo della droga.
In un meandro letterario che si muove tra Shakespeare e il diario di un emo-boy Laura cerca l’amore, lo sfiora diverse volte ma non lo trova mai.
Laura ama Mirko, la sua virilità, la sua violenza; “lui certo non avrebbe mai usato dolcezza nei miei confronti, non l’ha mai fatto neanche per sbaglio […] ma io lo amavo.” (p.80)
Laura ama Manuela: “si era impadronita della mia anima sottile, avvolgendola con la sua generosa bellezza”. (p.22)
Laura ama Antonio. Su questo amore Rampin costruisce l’immagine più bella del libro: i due corpi vengono trovati abbracciati, lui è morto, lei è ancora viva, lui è nudo bianco con addosso il colore della morte,  lei gli sta avvinghiata, non vuole che la morte glielo strappi via. Attorno a loro siringhe, sporcizia e l’aria tetra di un capannone abbandonato di periferia.
La morte tanto desiderata, agognata dalla protagonista, serve solo a portarle via i punti fermi (?) della sua vita.
La vita quindi è un “completo inganno”, è “impossibilità di riposare” è “una completa fregatura”!
In questa sinestesia senza fine che è il libro di Rampin sembra che l’unica via d’uscita al  “rumore”,  al frastuono di una vita sbandata  sia il “freddo” eterno della Morte.
Morte che Laura cerca spasmodicamente ma non trova.; anche perché non ne ha la forza.  Laura è una vinta, non tanto perché vittima della droga ma perché desidera un cambiamento che non avverrà mai.
Questo libro parla di una sconfitta. E ancora più tragica della sconfitta vi è, alla fine,  l’accettazione da parte della protagonista della propria realtà, e l’immutabilità della sua condizione.
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mercoledì 3 luglio 2013

"Croce del Sud" di Andrea Garbin (Libri segnalati 2013/11)

"CROCE DEL SUD"
di ANDREA GARBIN
GILGAMESH EDIZIONI
Il viaggio, tema consono dell’esperienza poetica, diventa qui punto di vista e orizzonte focale. Quel viaggio che ha solo occhi e strada, passi e gomme surriscaldate su strade polverose, si ripropone nell’ultimo lavoro di Andrea Garbin. La gola sembra seccarsi nella prima lettura dei dieci paesaggi che l’autore ci consegna; si seccano le labbra e si ha sete perché il senso di aridità che pervade l’opera è l’asprezza di una terra che solo nell’abbandono può essere compresa: nell’abbandono delle convenzioni e dei nomi. “Nulla ritorna al passato, nemmeno le pietre” ci ricorda Garbin, mentre si orienta all’ascolto, procedendo scientemente al di fuori di un senso tragico di cui sarebbe facile rimanere preda. Diciamo subito che nel testo l’autore ha maturato abbastanza scaltrezza da liberarsi da quell’intendimento iniziatico che troppo spesso appesantisce non solo i viaggi, ma persino gli spostamenti. Qui Andrea si muove sposta il suo centro, porta con se i suoi autori di riferimento e vi dialoga, spesso li interroga “ sedendosi accanto ma non aspettando” riferisce, segnala in un rapporto di scrittura che è senz’altro il farsi di una necessità, ma che risponde anche ad altre esgenze, “come il gioco dei bambini nei libri scrissi l’odore” si dice in uno dei tanti versi riusciti, e proprio nella scrittura di questi odori e di polvere “l’uomo che osserva” come l’autore si descrive, compie il proprio percorso. In questo ruolo da osservatore che l’autore si cuce addosso c’è una chiave di lettura forte di tutto il lavoro, di un compito stesso della poesia che nel suo carattere testimoniale ha la propria autenticità . In una lettura onesta che è quella che distingue la prima impressione dalla pancia, traspare che Garbin, come è prorpio dell’essenza del viaggio, compie un percorso alla ricerca della quiete che manca, rispettando in toto quel sovrano principio per cui :”vero viaggiatore è sempre colui che parte per partire e senza saper perchè dice sempre andiamo”. Nella raccolta di Andrea sembra esserci un vettore evolutivo, forse lo stesso spirito Darwiniano che l’autore si premura di sottolineare, rimarcandone la direzione da un atto creaturale a una perdita di fede. Ne L’essenza del cammino, una delle più felici di tutto il lavoro, Garbin si chiede se esiste ancora un luogo per la bocca che altro non è che lo spazio poetico del dire e del ribadire, del testimoniare e del denunciare come compito non della poesia civile, ma della civiltà della poesia. Sarebbe da dilettanti dire e piagnucolare che non c’è più nulla da fare, che le parole non servono più, sarebbe comodo crogiolarsi in quella pigrizia intellettuale che pervade tutto ciò che abbiamo attorno; e Andrea, che ha dimostrato anche nel suo percorso umano di avere ben imparato la lezione, ci fornisce con la croce del sud un ulteriore indicazione che il prodotto dell’impegno è sempre la somma di parole oneste.
(Alessandro Assiri)

 Andrea Garbin (Castel Goffredo, MN), ha pubblicato le raccolte di poesia Il senso della musa (Aletti, 2007); Lattice (Fara, 2009); Viaggio di un guerriero senz'arme (L'arca Felice, 2012). Alcune poesie che compongono Croce del sud, sono precedentemente incluse nelle antologie edite da Fara Edizioni: Salvezza e impegno; Il valore del tempo nella scrittura. Suoi racconti sono inclusi nelle antologie Per natale non esco (Transeuropa, 2008); Il rumore degli occhi (Ed.Creativa, 2009). Ha partecipato a OttobreInPoesia (festival internazionale di Sassari) e a La poesia resistente (incontri internazionali di poesia di Salerno). Dirige gli incontri di poesia presso il Caffè Galeter di Montichiari (BS) dove ha creato il Movimento dal sottosuolo. Collabora con Volo Press di Igor Costanzo, e con Thauma Edizioni, per cui ha anche tradotto e pubblicato il libro di poesie Nascita Volatile, della poetessa colombiana Angye Gaona. Collabora con Casa della Poesia di Salerno. Nel 2011 è stato tradotto da Dave Lordan in Irlanda, nel libro Poethree, presentato in numerose città dell'isola. Negli Stati Uniti, è uscita, in tiratura limitata, Border Songs (C.C.Marimbo Berkley, 2011), una prima selezione dei Canti di Confine, tradotta da Jack Hirschman ed esposta a S.Francisco presso la City Lights di Ferlinghetti. È tra i fondatori del Teatro Scariolante.  

lunedì 1 luglio 2013

"Marca elefante non paga pizzo" di Tommaso Maria Patti e Addiopizzo Catania (Libri segnalati 2013/10)

"MARCA ELEFANTE NON PAGA PIZZO"
di TOMMASO MARIA PATTI
e i ragazzi di ADDIOPIZZO CATANIA
EDIZIONI EVENTUALMENTE
Un romanzo corale su un tema di attualità, realizzato con la collaborazione attiva dei ragazzi di Addiopizzo Catania. Un omaggio all'impegno di alcuni giovani catanesi per restituire alla città dignità e legalità. Un inno alla speranza, quindi, ma anche una serie di flash su una città inquietante e sensuale, cinica ed allegra, bellissima se la sai guardare, ma ancora sconosciuta ai più. Nel romanzo si alternano sentimenti ed emozioni, impegno e debolezze, voglia di riscatto e difficoltà, gioie e problemi dei giovani: giovani in carne e ossa che lottano, studiano, lavorano, s'innamorano...Scorrevole la lettura... Alle tonalità cupe, spesso usate in questi argomenti, si sono preferiti i colori della speranza...
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