lunedì 19 agosto 2013

"La rivoluzione della luna" di Andrea Camilleri (Libri recensiti 2013/12)

"LA RIVOLUZIONE DELLA LUNA"
di ANDREA CAMILLERI
SELLERIO EDITORE
(recensione a cura di Costantino Rabiolo)

Come sempre accade con Camilleri, che ha fatto sua uno dei principi del suo famoso compaesano Pirandello, ciò che sembra, molto spesso, non è. In quest’opera lo si nota già dal titolo, in quanto la rivoluzione della luna letteralmente altro non è che il movimento che il satellite lunare compie attorno alla terra in un tempo medio di 28 giorni. Ma in questo romanzo, la Rivoluzione della Luna è intesa anche come vera e proprio rivoluzione sociale ed etica, di ruoli e prassi, di cattive tendenze e oppressive tradizioni, di falsi moralismi e blasfemi peccati, portati avanti con fredda lucidità e grande passione da colei che è la Luna per antonomasia: la Donna.
Camilleri con quest’opera torna al romanzo storico, prendendo spunto dalla storia di Eleonora Di Mora, moglie del vicerè Angel De Guzman, citata dal libro “Dizionario delle figure, delle istituzioni e dei costumi della Sicilia” di Francesco Castiglione. Come in altri romanzi storici, per l’appunto, l’autore rimarca quei caratteri tipici della sicilianità e dell’uomo in rapporto al potere, i suoi difetti e i suoi pregi, la sua bramosia e la sua tenacia, l’asservimento e la complicità, la correttezza e la moralità. Ma in quest’opera si supera in un ricercato ed estremo omaggio alla donna, descrivendo le doti di quest’essere puro, bello, intelligente che non riesce a sporcarsi dal solito marciume che ricopre chi gestisce il potere, che non scende a compromessi, che parla una lingua diversa ma riesce sempre a farsi capire.
L’autore agrigentino ci racconta, con la solita commistione di italo siciliano che caratterizza le sue opere, di questo Vicerè che a causa di una malattia che lo aveva reso inabile al suo oneroso compito di governatore dell’isola, e divenuto quindi vittima facilmente influenzabile e manovrabile da coloro che dovrebbero consigliare e rappresentare l’interesse del popolo, e che invece tradiscono tutto e tutti per interessi personali e avidità, muore lasciando scandalosamente come sua erede la moglie, cioè una donna.
Una donna in una Sicilia del 17° secolo non aveva diritti neanche sulla sua stessa persona ed invece qui la si ritrova addirittura alla massima carica del governo, in piena lotta al malaffare, al vizio, alla prepotenza, alle calunnie, all’ingiustizia, alla fame, alla povertà. Questa donna che affronta una lotta tremenda e sanguinosa portata avanti da un clero che di carità cristiana aveva solo gli abiti, e a volte neanche quelli, con la sagacia e la fiducia negli uomini di vera buona volontà.
Da buon siciliano, più fatalista che realista, si intuisce che “non è cosa che potrà durare”. Ma nel breve tempo di una rivoluzione lunare, la nostra eroina rivoluziona l’esistenza di un popolo che l’aveva accolta tra i soliti luoghi comuni tipicamente sessisti e propri di una cultura incline ad aver paura del cambiamento, che si ritrova capace di cambiare e di credere, nella giustizia e nel futuro, e a provare fiducia verso chi lo governa.
Anche questa volta, i paragoni tra l’attualità e il romanzo, sono immediati, come in un po’ tutti i romanzi di Camilleri, lasciandoti quella voglia struggente di veder sbarcare domani una nuova Luna sulle nostre belle e travagliate coste, per tornare a rivoluzionarci l’esistenza.

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