giovedì 28 maggio 2015

"Il ladro di note" di Tiziana Pedone e Carlo Angelo Tosi (Libri recensiti 2015/8)

"IL LADRO DI NOTE"
di TIZIANA PEDONE E CARLO ANGELO TOSI
EDIZIONI CREATIVA
(recensione a cura di Clelia Impicciatore)


“Il ladro di note” è un romanzo noir scritto da Tiziana Pedone e Carlo Angelo Tosi.
I due autori, senza mai incontrarsi, hanno iniziato a scrivere la loro opera, parlando soltanto via mail; hanno deciso di vedersi soltanto al termine del loro libro.
Tiziana è una scrittrice di racconti e romanzi di generi diversi che vive a Milano, mentre Angelo è un blogger oltre che un compositore e un musicista. Dalla loro passione è nata questa fantastica opera in cui hanno deciso di rendere protagonisti tutti i personaggi, infatti ognuno narra la sua storia in prima persona.
Il romanzo inizia con la bellissima Irene che ricorda quando da bambina studiava i Fenici con suo padre, il padre che tanto ha amato e idealizzato e che gli viene vagamente ricordato da Luca, l’uomo con il quale si ritroverà ad avere un figlio.
Irene lavora come escort presso il Senzafine Blue; dopo essere stata tradita dall’uomo che amava, ha infatti deciso di vendere il proprio corpo. Tra i diversi uomini che si trova a frequentare, uno di loro cercherà di possederla con la forza, ma fortunatamente sarà ucciso da un misterioso uomo che sembra voler aiutare Irene. Da quel giorno la ragazza ha uno strano presentimento.
Al Senzafine Blue Irene conosce anche Luca, un musicista e compositore di tutti i generi, famoso per la sua bravura, ma ossessionato a tal punto dalle sue note musicali che la musica è diventata per lui una persecuzione, soprattutto in seguito alla morte della moglie Lucille. L’unico che riesce a comprenderlo è il suo agente nonché migliore amico, Paul, che finirà con l’innamorarsi della migliore amica di Irene.
Tra coloro che chiederanno aiuto a Luca c’è anche Aldo, un musicista sposato con dei figli. Tutti gli amici hanno sempre considerato la sua come una famiglia modello ma Aldo sembra nascondere qualcosa. Il suo amico Tuba se ne accorgerà e inizierà a tenerlo d’occhio e la moglie sarà costretta ad assumere un investigatore privato.
La storia narrata è davvero originale, in particolar modo grazie alla decisione degli autori di far parlare tutti i personaggi in prima persona. Inoltre, la lettura è scorrevole e coinvolgente, fino alla fine del romanzo, infatti, risulta molto difficile comprendere chi è il misterioso uomo dagli occhi di ghiaccio.  
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domenica 24 maggio 2015

II Premio Letterario "I LIBRI DI MORFEO": i finalisti. (Premi letterari 2015/2)

II PREMIO LETTERARIO
"I LIBRI DI MORFEO":
I FINALISTI



II PREMIO LETTERARIO “I LIBRI DI MORFEO”
Associazione culturale I LIBRI DI MORFEO


FINALISTI
SEZIONE NARRATIVA
-         “Non con un lamento” di Giorgio Di Vita – Navarra Editore
-         “I buttasangue” di Giovanni Iozzoli – Edizioni Artestampa
-         “Con gli occhi di Sara” di Maria Patrizia Salatiello – Leone Editore
-         “La signora Rosetta” di Tiziana Sferruggia – Atmosphere Libri
SEZIONE POESIA
-         “Una gioia dentro” di Salvatore Capo – Edizioni Nuova Prhomos
-         “Il colore delle primule” di Rosa Maria Di Salvatore – Ibiskos Ulivieri
-         “Ritorno a Itaca” di Stefania Raschillà – Edizioni Zacem

martedì 19 maggio 2015

"Il mercante di zucchero" di Adriana Assini (Libri recensiti 2015/7)

"IL MERCANTE DI ZUCCHERO"
di ADRIANA ASSINI
SCRITTURA & SCRITTURE
(recensione a cura di Lucia Guglielmini)


In una Palermo di inizio 500 vessata dalle angherie del vicerè ai tempi della dominazione spagnola, ha luogo la vicenda realmente accaduta che la Assini riporta alla luce. Il ceto medio-basso è  stremato dalle tasse e trova un leader in Gian Luca Squarcialupo, un mercante di zucchero e cannamele, che mai avrebbe pensato di imbattersi in tale ruolo dato il suo passato dedito alle gozzoviglie e totalmente distante dalla cosa pubblica. Con lui l'amico fidato, il pisano Cristoforo De Benedetto di ben altra tempra e l'amore per Francesca Campo, una passione mai sopita tra i due nonostante gli eventi della vita li abbiano portati a unirsi in matrimonio con altre persone.
La vicenda è accompagnata da una descrizione non troppo minuziosa di una grande città sempre solare e in pieno movimento e cadenzata dagli incontri spesso infruttosi e ripetitivi tra i membri cospiratori della Loggia dei Pisani, elemento che tra l'altro rallenta in maniera sostanziale il ritmo della narrazione. E come ogni storia di cospirazione che si rispetti, anche qui non tarda a manifestarsi l'anello debole nel sodalizio tra congiurati nella persona di Vincenzo De Benedetto, fratello di Cristoforo, da sempre animato da una malsana ambizione per gli incarichi di prestigio e su cui fa leva la setta dei Beati Paoli per ristabilire una volta per tutte l'ordine del Regno e far sì che Palermo dimentichi in fretta l'odore di sangue di questo tentativo di rivolta, quasi non fosse mai avvenuta.


lunedì 11 maggio 2015

"L'avventurosa storia dell'uzbeko muto" di Luis Sepùlveda (Libri recensiti 2015/6)

"L'AVVENTUROSA STORIA DELL'UZBEKO MUTO"

DI LUIS SEPÙLVEDA
GUANDA 
(recensione a cura di Costantino Rabiolo)


Nove racconti per descrivere un’epopea durata una giovinezza. Il racconto di una generazione idealista e sognatrice, ricca di sentimenti e passioni voraci, ideali professati con rigore e passione, una immensa voglia di vivere il presente e di costruire un futuro. Una gioventù comunista/socialista quella cilena e sudamericana in generale, che a cavallo tra gli anni 60 e i 70 crede nella possibilità della realizzazione di quegli ideali grazie a quel sogno portato avanti e personificati da mitici guerriglieri o da politici appassionati.

Conoscendo la vita di Sepúlveda, risulta difficile non immaginarselo ragazzo nei panni dei diversi protagonisti di questi racconti, e chissà quanti di questi racconti non abbiano radici autobiografiche. Come non dare i suoi occhi al peruviano che pur di tornare a Mosca si traveste da contadino uzbeko muto. Come non dare il suo volto al rivoluzionario socialista che trasforma una rapina in banca in un esproprio proletario intrattenendo i suoi ostaggi con chitarra e capello biondo platino. Come non immaginarselo tra quel Gruppo di Amici Personali del Presidente Companero Allende, mentre rincorre per le strade di Santiago il condor regalato al Líder Máximo a bordo di una Fiat 125. Come non rivederlo nel travagliato Camilo che dopo aver trovato rifugio, lavoro e famiglia in Svezia, decide di lasciar tutto per andare ad aiutare i ribelli sandinisti in Nicaragua, perché “lo deve alla sua terra”. 

Lo scrittore cileno ci offre tramite questo romanzo in storie la sua gioventù e quella di un continente, quello sudamericano, ricca di passione e sogni che vide naufragare nel sangue dei diversi regimi dittatoriali che si instaurarono da lì a breve. Ma nonostante questo rimase quella generazione che condivise “il bel sogno di essere giovani senza chiedere il permesso”.