"CUMULI A RIGHE"
DI ROSAMARIA ALIBRANDI
EDIZIONI ENSEMBLE
(recensione a cura di Matteo Pugliares)
Un piccolo gioiello questo volume di poesie di Rosamaria Alibrandi, che
trasuda una lirica ispirata dall’inizio alla fine. Pagine che ci regalano
istanti, riflessioni, percorsi evolutivi che alternano un inizio o una fine e
che approdano, comunque, nel godimento del lettore.
Ciò che ne risulta è un lavoro originale,meditato, che pur “con le mani
lacerate”, si conclude con un “Arcobaleno” fatto di “lamenti” e “piante
annegate” che non impediscono di urlare le parole.
Pagine che osservano, tra intimità e desiderio di scrollarsi di dosso tempi non
sempre umani, tra una sorta di confessione e un diario di viaggio o di un
“giorno che non diventa notte”.
Si intravede un filo conduttore, una storia che si vede e non si vede, a volte
impenetrabile e complessa, altre volte lucida e lineare.
Davvero un’ottima prova della Alibrandi, avvezza di solito a scrivere di Storia
ma che, dimostra con le sue poesie, una capacità da scrittrice eclettica.
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