giovedì 4 luglio 2013

"Il freddo rumore - Storia di strada..." di Nicola Rampin (Libri recensiti 2013/2)

IL FREDDO RUMORE - STORIA DI STRADA...
di NICOLA RAMPIN
EDIZIONI EVENTUALMENTE


(recensione a cura di Marco Ciaffaglione)

L’incapacità di gestire la propria vita, trascina la protagonista nel tunnel della droga.

 Il libro, ambientato a Padova, prima in stazione, poi in ospedale, è un diario convulso sul quale Laura “vomita” tutto quello che la droga produce nel suo interno.

“Fra gesti maldestri cerco un ritmo che risvegli i sensi e m’insegni ad aprire ali che, ancora schiuse, tentano frenetiche di danzare nell’immensità delle emozioni.”

Gesti maldestri, nonsenso, immensità delle emozioni. C’è tutto questo nel libro di Rampin, c’è tutto questo nel mondo della droga.
In un meandro letterario che si muove tra Shakespeare e il diario di un emo-boy Laura cerca l’amore, lo sfiora diverse volte ma non lo trova mai.
Laura ama Mirko, la sua virilità, la sua violenza; “lui certo non avrebbe mai usato dolcezza nei miei confronti, non l’ha mai fatto neanche per sbaglio […] ma io lo amavo.” (p.80)
Laura ama Manuela: “si era impadronita della mia anima sottile, avvolgendola con la sua generosa bellezza”. (p.22)
Laura ama Antonio. Su questo amore Rampin costruisce l’immagine più bella del libro: i due corpi vengono trovati abbracciati, lui è morto, lei è ancora viva, lui è nudo bianco con addosso il colore della morte,  lei gli sta avvinghiata, non vuole che la morte glielo strappi via. Attorno a loro siringhe, sporcizia e l’aria tetra di un capannone abbandonato di periferia.
La morte tanto desiderata, agognata dalla protagonista, serve solo a portarle via i punti fermi (?) della sua vita.
La vita quindi è un “completo inganno”, è “impossibilità di riposare” è “una completa fregatura”!
In questa sinestesia senza fine che è il libro di Rampin sembra che l’unica via d’uscita al  “rumore”,  al frastuono di una vita sbandata  sia il “freddo” eterno della Morte.
Morte che Laura cerca spasmodicamente ma non trova.; anche perché non ne ha la forza.  Laura è una vinta, non tanto perché vittima della droga ma perché desidera un cambiamento che non avverrà mai.
Questo libro parla di una sconfitta. E ancora più tragica della sconfitta vi è, alla fine,  l’accettazione da parte della protagonista della propria realtà, e l’immutabilità della sua condizione.
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